La "rossa" del femminismo
di Federica Manetti
Emma Goldman, soprannominata "Emma la rossa", donna prima di tutto, ebrea e militante anarchica è l'autrice dei saggi (alcuni mai tradotti prima) contenuti in questa nuova antologia proposta dalla casa editrice pisana BFS edizioni. Un piccolo volume che racchiude in realtà al suo interno temi importanti a partire dal concetto generale di anarchia come fondamento per una società libera e indipendente. É però nel proseguo del testo che si rivela il vero cuore di questo libro che si snoda attraverso temi ancora fortemente attuali come il suffragio femminile, la prostituzione, la sessualità, il matrimonio, la gelosia, e trattandoli in maniera esplicita, con estrema chiarezza e anche con una certa semplicità capace di catturare l'attenzione del lettore.
L'autrice, russa di nascita, ma emigrata a soli 16 anni negli Stati Uniti, diventò anarchica in ambiente americano in seguito alle forti repressioni che a quel tempo venivano fatte sul movimento anarchico e si presentò inoltre come una pioniera, sfidando l'opinione corrente sulla figura della donna nella società.
Le sue idee, rivoluzionarie per il tempo, ruotano intorno alla convinzione che il mutamento sociale globale parta dalla capacità dell'individuo di conquistare la libertà di scelta ed azione in tutti gli aspetti della vita, a partire dalla dimensione privata; la maternità, ad esempio, viene concepita come libera scelta da parte della donna che deve, così liberarsi dagli schemi oppressivi di uno Stato che la vuole costretta nel ruolo di madre e moglie al servizio della sua famiglia. Tali ideali, assolutamente innovativi, partono dal presupposto che la donna stessa sia l'autrice della sua emancipazione totale, in quanto "bisogna che la donna capisca che la libertà potrà arrivare fino a dove arriva la sua forza di conquistare la propria libertà".
Il fogliaccio